Nella diversificazione del proprio portafoglio una delle analisi da affrontare con il proprio consulente è quella relativa al cosiddetto ISR.
L’ISR (indice sintetico di rischio e rendimento, anche SRRI in inglese) rappresenta il posizionamento del proprio portafoglio in base all’asse del rischio e ci permette di comprendere il risultato della nostra diversificazione, esso consente all’investitore di acquisire consapevolezza sulla volatilità del prodotto che sta per acquistare. Semplificando al massimo, il nostro ISR ci dice quanto il fondo che stiamo valutando è rischioso: tale indicatore varia da un numero minimo di 1, che indica un rischio basso e un rendimento potenzialmente basso, al numero massimo di 7, cui corrisponde un alto rischio e un potenziale rendimento molto elevato. In un contesto come quello attuale questi indicatori ci permettono di ragionare in termini di orizzonte temporale ed effettiva esposizione al rischio. Su questo fronte è fondamentale uno sforzo dei consulenti e una crescita dei clienti per comprendere in maniera approfondita l’andamento di mercati, sempre più complessi e volatili.
Un altro elemento che dovrà essere analizzato dai consulenti con i propri clienti sarà quello che rileva la decorrelazione delle strategie dal mercato azionario per controbilanciare la contrazione delle strategie con attivi in portafoglio. La regola fondamentale rimane quella secondo cui i portafogli possono ottenere una più ampia diversificazione, e quindi risultare più solidi in occasione di turbolenze dei mercati, se investono in una pluralità di asset class (immobiliari, obbligazionarie o azionarie che siano). Diventa sempre più cruciale inserire in portafoglio nuove o ulteriori classi di attivo che tendono a dimostrare la capacità di rimanere davvero decorrelate dai mercati nelle diverse fasi.
Insomma, le nuove normative (Mifid 2), il contesto di mercato e i nuovi strumenti/tecnologie daranno sfogo a varie opportunità per consulenti e investitori.