Settembre in negativo per Wall Street, con i titoli tecnologici in forte fibrillazione e con importanti ripercussioni sulle piazze europee che, già deluse dal pesante dato sul Pil dell’Eurozona nel II trimestre, chiudono in ribasso.
Alcuni dati: Facebook, Amazon, Apple, Tesla, Microsoft, Alphabet e Netflix hanno perso collettivamente più di 1.000 miliardi di dollari di capitalizzazione di mercato dal 2 settembre. Le azioni Apple sono scese di quasi il 5%, Facebook di oltre il 4% e così pure l’app per videoconferenze Zoom. Tesla, in particolare, ha visto le proprie azioni crollare del 28%; secondo alcuni osservatori, la società di Musk è stata vittima di un eccesso di aspettative, fra cui quella del suo ingresso nell’indice S&P500, prospettiva questa che poi non si è avverata.
I dati riportati hanno generato grande attenzione, in quanto è stato soprattutto grazie a questi titoli che molti dei vari indici di riferimento sono arrivati a massimi storici, dopo i minimi di mercato del 23 marzo 2020. Ed infatti, la corsa sfrenata degli scorsi mesi per le azioni tecnologiche ha attirato sempre più investitori, che hanno iniziato a speculare. Molti di questi trader hanno scelto di non acquistare azioni reali, ma di speculare in operazioni di opzioni, amplificando così la svendita delle azioni tecnologiche.
Secondo gli analisti, ad aver scatenato questo calo drastico dei principali titoli di Wall Street, vi sarebbe da una parte il crollo del petrolio, che registra un -8,2% sul costo del barile a causa del calo della domanda, e dall’altra proprio la bolla speculativa rispetto i titoli dell’indice Nasdaq, unitamente alle diffuse incertezze sulla ripresa economica.