La reazione dei mercati all’indomani del voto italiano

Al di là delle considerazioni di carattere politico, che mi astengo dal fare, vorrei condividere qualche riflessione in merito alle reazioni dei mercati all’indomani del voto.

Proprio ieri, quando tutti si aspettavano una evidente tensione sui mercati, gli effetti sono stati in realtà estremamente contenuti, e le motivazioni alla base di tale moderata reazione possono essere di varia natura, in particolare:

1)     i mercati, dopo la vittoria del no al referendum costituzionale del dicembre 2016, avevano già prezzato la vittoria delle forze euroscettiche. I mercati infatti reagiscono male alle situazioni inaspettate, mentre tutto ciò che risulta prevedibile non spaventa ed è gestibile.

2)     Siamo in una situazione economica favorevole, il Pil ha ricominciato a crescere in maniera discreta, i segnali produttivi sono buoni, i conti pubblici migliorano ed è scesa leggermente la pressione fiscale.

3)     Siamo ancora nel QE (Quantitative Easing – Alleggerimento Quantitativo) della Banca centrale, seppure calmierato, e i tassi di interesse sono ancora ai minimi termini e questo ci dà ossigeno ancora per qualche tempo. Ricordate che anche piccoli rialzi dei tassi ci toglieranno risorse disponibili, soprattutto se si considera il nostro debito pubblico.

A mio avviso dunque i mercati rimarranno a guardare fino alla definizione (si spera) del nuovo esecutivo, in modo tale da capirne la linea politica; a quel punto si assisterà a reazioni di volatilità più marcate, in positivo o negativo.

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