Politica dei dazi e rischi di mercato

Accantonata per ora la crisi italiana, emerge con insistenza la questione dazi: Trump ha annunciato l’inizio ufficiale della politica dei dazi verso l’Unione Europea partendo dal settore dell’acciaio e dell’alluminio. La risposta dei 28 Stati non si è fatta attendere e subito il Presidente della Commissione europea ha predisposto l’adozione di adeguate contromisure.

Nel frattempo, in risposta alle repliche dell’Unione, gli Stati Uniti hanno disposto la formazione di una commissione per analizzare i pericoli derivanti dall’utilizzo dei veicoli europei per la sicurezza Usa; la commissione avrà una durata massima di 9 mesi prima di arrivare ad una statuizione che non potrà che essere politica. L’idea di fondo è che le automobili ad esempio della Porsche, Audi, BMW, Mercedes ecc. andrebbero ad arrecare un pericolo per la loro sicurezza nazionale, quando in realtà il problema sta nel fatto che il 90% del segmento “auto premium” è in mano ai colossi tedeschi e Trump, applicando i dazi, vorrebbe ridurre drasticamente questa percentuale. A mio avviso scatenare una guerra commerciale non converrebbe a nessuno e non farebbe altro che portare a una riduzione del PIL mondiale, come già comprovato da importanti analisti.

Certamente una situazione di questo genere porterà ad un’ulteriore volatilità nei prossimi mesi, che dovremo essere in grado di gestire evitando di prendere decisioni sbagliate legate a momenti di ribassi o rialzi di mercato, dovremo infatti essere capaci di dominare i nostri istinti e magari sfruttare questa volatilità a nostro favore. Ritengo che in questo momento sia più che mai importante avere un gestore attivo che sappia sovraintendere il momento di mercato e il PAC (piano di accumulo di capitale) come strumento di entrata nel mercato azionario, evitando il rischio timing.

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