Questa è la domanda che affligge molti risparmiatori in una fase di mercato, quale è quella attuale, estremamente complessa. Per quanto riguarda le obbligazioni l’elemento fondamentale è la flessibilità del gestore, che deve essere capace di muoversi in un contesto variegato ma non privo di opportunità a livello mondiale. Anche nell’obbligazionario bisogna infatti uscire dalla mentalità della cedola e pensare lo stesso come un elemento strategico nel proprio portafoglio di investimenti. Ritengo inoltre, che stabilendo un orizzonte temporale di 5 anni si possono ottenere dei buoni risultati proprio nel suddetto settore.
Per quanto riguarda l’azionario, il ciclo economico attuale ha compiuto i 10 anni (il più lungo della storia), ma la crescita è ancora solida in gran parte del globo, con i profitti delle aziende in aumento, ben oltre le aspettative; sarebbe una follia abbandonare ora il settore azionario, e allora è fondamentale stabilire una buona strategia anche in tale ambito, una strategia che si orienti su un orizzonte temporale lungo 10 anni, magri tramite un PAC.
A tutto questo affiancherei un fondo a strategia alternativa con alta decorrelazione all’azionario che sia in grado di mitigare le fasi di contrazione degli attivi: ad esempio degli investimenti alternativi liquidi, ovvero strategie di investimento con liquidità giornaliera che mostrano un potenziale di riduzione del rischio complessivo del portafoglio e un potenziale di attenuazione degli effetti delle gravi contrazioni di mercato, in particolare appunto nell’azionario.
Quindi in conclusione potremmo schematizzare le strategie in base all’orizzonte temporale:
- Orizzonte temporale 0/2 anni: conto corrente e gestione della liquidità
- 3/5 anni: obbligazionari flessibili a breve termine
- 5/7 anni: obbligazionari globali flessibili
- 7/10 anni: multi-asset e strategie alternative
- 10 anni: azionario più PAC
Ovviamente si dovrà adattare con il proprio consulente finanziario il peso di ogni strategia in base alle proprie esigenze specifiche.