USA: analizziamo le reazioni dei mercati dopo le elezioni di Midterm

Le elezioni di midterm, con la parziale conferma dei repubblicani, hanno comunque raggiunto l’obbiettivo di dare nuova stabilità ai mercati, infatti, come più volte anticipato nei miei precedenti post, ciò che i mercati non amano è soprattutto l’incertezza politica.

Stando alle statistiche, nell’85% dei casi l’anno successivo alle elezioni di medio termine si rivela generalmente molto positivo, e in effetti la stabilità della attuale seconda economia mondiale (dal 2014 la prima è la Cina) rende possibile un auspicio di questo genere.

Gli elementi che mi consentono di ragionare in modo positivo sono:

1) la crescita a livello globale, che seppure rallentata dalle recenti guerre commerciali (Usa/Cina) e da un’Europa incapace di rimanere al passo, è ancora presente sostanzialmente ovunque.

2) Utili aziendali in forte crescita, al netto dei costi.

3) Un clima generale non euforico, e quindi ancora equilibrato e capace di esprimere del potenziale.

4) Mercato obbligazionario, che dopo un anno estremamente difficile, si sta assestando.

Ovviamente non bisogna dimenticare che comunque ci troviamo in una fase avanzata del ciclo, e che seppure i rischi di una recessione nei prossimi 12 mesi siano estremamente limitati, bisogna agire in maniera coerente con la fase del ciclo e con il proprio profilo di rischio.

In generale infatti, seppure gli utili aziendali appaiano solidi, emergono i primi segnali di un peggioramento delle condizioni economiche per le aziende: aumento dei salari, sempre maggiore incremento dell’incertezza politica ed ampliamento delle tariffe doganali potrebbero costituire degli indici del raggiungimento del picco degli utili. Dunque, benchè nei prossimi trimestri la crescita degli utili si dovrebbe confermare, a dispetto del rallentamento della crescita, dobbiamo considerare che in un orizzonte di lungo termine la volatilità potrebbe aumentare.

Ovviamente sono a vostra completa disposizione.

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