Quali scenari alternativi per il futuro dell’economia globale?

Nel post precedente si è dato un breve quadro dell’attuale stato di salute dell’economia a livello mondiale, uno scenario abbastanza critico rispetto al quale è possibile trarre diverse previsioni per i prossimi mesi.

Una prima possibile ipotesi è quella della stagflazione, termine con il quale si indica la situazione nella quale sono contemporaneamente presenti nello stesso mercato sia un aumento generale dei prezzi (inflazione), sia un incremento del livello di disoccupazione, sia infine una mancanza di crescita dell’economia in termini reali (stagnazione). Una condizione invero non nuova, quantomeno per il nostro paese che già negli anni 70 ha dovuto affrontare un periodo di analogo tenore, proprio quando il prezzo del petrolio in tutto il mondo salì bruscamente. La stagflazione può essere un problema particolarmente difficile per le banche centrali perché la maggior parte delle politiche volte a ridurre l’inflazione tende a sfavorire i disoccupati, mentre le politiche progettate per diminuire la disoccupazione aumentano l’inflazione.

Scenario alternativo è quello della deflazione, che comporterebbe una generale diminuzione dei prezzi con correlato incremento del potere d’acquisto della moneta. Alla base di tale deriva si rinviene una generale debolezza della domanda di beni e servizi, ovvero un freno ai consumi, che a sua volta dà normalmente luogo ad una fase di recessione economica.

Terza prospettiva è quella della c.d. reflazione, ovvero una moderata nuova inflazione successiva alla deflazione innescata dalla iniezione di una maggior quantità di moneta, e che si accompagna solitamente a una ripresa economica. In particolare, dovrebbero essere rispettivamente la Cina a riprendere una politica di investimenti e gli Stati Uniti ad adottare strumenti a sostegno dell’occupazione. Questa è certamente l’ipotesi più rosea, ma al contempo anche quella meno quotata secondo gli studiosi del settore

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