Il nuovo mantra della BCE è spendere!

Il Presidente uscente della BCE Mario Draghi, giunto ormai alla fine del suo mandato, ha lanciato due sfide parallele che vanno al cuore della crisi europea. La prima riguarda i governi ai quali dice investite di più e meglio, la seconda le banche invitandole a ristrutturarsi e cambiare il modello di business.

Draghi in particolare lancia un messaggio ai leader europei: la politica monetaria da sola non basta per far ripartire l’inflazione e la crescita dell’Eurozona, anzi, è la politica fiscale che dovrebbe diventare lo strumento principale per aumentare domanda. Cosa significa? Che i governi che hanno la possibilità di varare interventi espansivi (investimenti e tagli alle tasse) devono farlo il prima possibile, mentre gli altri Stati, meno virtuosi, dovranno proseguire sulla strada delle riforme, con leggi di bilancio anche molto dure.

Sulla stessa linea di pensiero si colloca il prossimo Presidente Christine Lagarde dichiarando come i governi non possano sempre scaricare sulla Bce il compito di stimolare l’economia.  La BCE intanto ha varato un nuovo programma di Quantitative Easing che prevede l’acquisto di bond per 20 miliardi di euro al mese e che partirà a novembre, destinato poi a continuare per tutto il periodo necessario a rafforzare l’impatto accomodante dei tassi; essa continuerà inoltre a reinvestire totalmente i titoli in scadenza, fin oltre il rialzo dei tassi di interesse, e in ogni caso per il tempo necessario a mantenere condizioni di liquidità favorevoli e un orientamento ampiamente espansivo.

Per i mercati, il valore psicologico di un QE per sempre supera anche il non avere incluso i titoli bancari nelle operazioni di QE, che tanto avrebbe contribuito ad avviare il circolo virtuoso di un recupero della profittabilità delle banche e di una loro maggiore disponibilità a erogare prestiti, ed infatti le maggiori borse europee ieri hanno chiuso in rialzo (Piazza Affari +0,9%) mentre lo spread BTp-Bund ha archiviato la seduta in calo, sotto i 140 punti base.

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