Tempo di bilanci e previsioni

Ci si approssima ormai alla fine di questo 2019, che secondo una prima valutazione generale ha certamente segnato il ritorno a politiche aggressivamente espansive, ma che tornerà anche a festeggiare la firma, a fine novembre, dell’accordo tra i Presidenti Trump e Xi.

Ma cosa ci si può aspettare dall’anno venturo?

Prendendo in considerazione i grandi eventi politico-sociali di questo giro di calendario, nonché dei mesi a venire, certamente occorre riferirsi in primo luogo alla questione “Brexit”, presumendo in particolare come il colpo di coda del Parlamento inglese, che sembra voler ritardare la conclusione della vicenda, difficilmente potrebbe riuscire a bloccare un accordo che risulta ormai concordato, e soprattutto da tutte le parti voluto.

Sul versante del sopra citato accordo USA-Cina, occorre invece rilevare che, così come il mercato ha in certi momenti enfatizzato troppo le conseguenze negative del conflitto, così è possibile che ora sconterà troppo

una rifioritura dei commerci, ma sarà solo fra qualche mese che si potrà veramente capire se un gap tra attese e realtà troverà concretizzazione. In linea generale può però assaporarsi, anche in Europa, un’aria di stabilizzazione e, a tratti, perfino di riaccelerazione.

In questa fase di studio non può però ignorarsi un dato essenziale: le elezioni americane che si terranno di qui a un anno. Il grande numero di candidati, il possibile aggiungersi strada facendo di altre figure (dalla Clinton a Michelle Obama, da Bloomberg a Iger e a numerosi altri che ora studiano la situazione), la mancanza di una leadership chiara e indiscussa in campo democratico, e il sempre possibile sopraggiungere di un candidato indipendente, fanno prevedere per i prossimi mesi frequenti scossoni.

Non resta quindi che attendere e vedere se questi eventi incideranno, ma soprattutto come, sull’economia mondiale.

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