Clima e ambiente: qualche considerazione sugli accordi di Parigi e il prossimo futuro

Risale al 2015 l’accordo stipulato a Parigi tra gli stati membri della Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici (UNFCCC), riguardo la riduzione di emissione di gas serra a partire dall’anno 2020; obiettivo principale dell’Accordo è quello di contenere l’aumento della temperatura media globale ben al di sotto della soglia di 2 °C oltre i livelli pre-industriali, e di limitare tale incremento a 1.5 °C, sì da ridurre presumibilmente i rischi e gli effetti dei cambiamenti climatici.

Risale invero al 1990 uno studio del SEI (Istituto di ricerca specializzato in sviluppo sostenibile e questioni ambientali) che individua, tra le possibili strade da seguire in materia di politiche ambientali, tre possibilità: l’innalzamento dei mari, la concentrazione di CO2 in atmosfera e l’aumento della temperatura. Per quest’ultimo indicatore, sono proposti due limiti, cui sono associati differenti livelli di rischio: 1°C oppure 2°C. Andare oltre 1°C significherebbe innescare reazioni dannose per l’ecosistema rapide, imprevedibili e non lineari, tuttavia si ritiene sia impensabile non superare questa soglia visto il livello attuale delle emissioni. Oltre i 2°C si prevede però che il rischio dei danni irreversibili aumenti esponenzialmente.

Ebbene, ci troviamo ora in prossimità dell’anno 2020 indicato, e sembra purtroppo che i progressi nella direzione tracciata stiano andando a rilento: l’energia globale generata da combustibili fossili è infatti cresciuta del 2,5%, compensando l’incremento dell’energia prodotta da rinnovabili lo scorso anno. Si prevede pertanto un aumento della temperatura invariato rispetto al trimestre precedente, stazionario su +3,8°C.

Con questo ritmo, si rischia di registrare una crescita di 1,5 °C tra il 2030 e il 2052, il che porterebbe conseguentemente ad una sostanziale carenza di cibo e acqua potabile, a maggiori fenomeni di inondazione delle zone costiere e alla decuplicazione della frequenza di eventi estremi rispetto ai valori del 2010; Parigi sembra essere ancora lontana.

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