Nuova vita per i Piani Individuali di Risparmio

Pochi giorni fa la commissione Finanze della Camera ha approvato all’unanimità l’emendamento che punta al rilancio dei Piani individuali di risparmio (Pir), rimuovendo i ‘paletti’ introdotti nei mesi scorsi.

Sono dei Piani di investimento con bonus fiscale, introdotti nell’ordinamento italiano con la legge di stabilità del 2017 per aumentare gli investimenti nelle aziende italiane mediante il risparmio delle persone fisiche italiane, che nella versione 1.0 avevano raccolto 11 miliardi nel 2017, 3,49 miliardi di afflussi netti nel 2018, mentre quest’anno risultano in rosso per 546 milioni, almeno fino al 30 settembre scorso.

Già la legge di bilancio 2019 aveva introdotto alcune modifiche all’impianto di questa tipologia di prodotti per provare ad aumentare i benefici per le piccole e medie imprese. Ma visto che queste modifiche non hanno incontrato grandi favori tra risparmiatori e addetti ai lavori, in vista della legge di bilancio 2020 la normativa è cambiata ancora.

L’emendamento prevede che del 100% del fondo, il 30% sia libero di essere investito in base alle decisioni del gestore e del regolamento del fondo mentre almeno il 70% dell’attivo deve andare in strumenti finanziari emessi da imprese italiane oppure europee (purché abbiano una stabile organizzazione in Italia) e qui non emergono limiti nella grandezza della società. Viene inoltre concesso alle Casse previdenziali di investire in più di un Pir (nel limite del 10%), dunque compliant di nuovo tipo, e non solo in un prodotto come avviene ora.

I principali sostenitori dell’emendamento prevedono che nei prossimi 10 anni potranno essere raccolti dai Pir ed indirizzati nell’economia reale, ed in particolare al finanziamento delle Pmi, oltre 150 miliardi di euro di risparmi privati.

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