Altra regola aurea: mantenere un atteggiamento distaccato

La ciclicità dell’andamento dei mercati si accompagna, in un certo qual senso, alla ciclicità del sentimento dei risparmiatori verso i temi “cult” d’investimento.

Ricordiamo, ad esempio, come verso la fine degli anni 90 si era registrato un boom nella spesa in beni capitali, le imprese si affrettavano infatti a integrare Internet nelle loro sedi e stabilimenti, e a loro volta le società che offrivano prodotti di tecnologia avevano bisogno di espandersi, acquisendo nuove attrezzature e spazi. Già poco dopo il passaggio al nuovo millennio questa tendenza ha però segnato una netta inversione: le nuove iniziative imprenditoriali legate al mondo di internet si fermarono, bloccando anche gli investimenti nella tecnologia.

Si è poi parlato ancora di mercati emergenti nell’ultimo decennio, i mercati di Stati in rapida espansione, con economie ricche, nelle quali la popolazione cresce velocemente, e con i conti pubblici in ordine. Ma anche qui, il connubio tra malavita organizzata e politica, e spesso per causa della corruzione, porta a guardare tali Mercati come opportunità di investimento dal rischio elevato. Dopo un decennio di crescita, sembra che la tenuta di molti di questi mercati sia in bilico: la Cina sta rallentando, la Turchia pare in crisi valutaria ecc.

Ma le opportunità per gli investitori a livello azionario non mancano, le aziende emergenti che puntano sull’innovazione possono infatti trarre vantaggio da fattori secolari come la crescita demografica e l’espansione della domanda della classe media per la sanità, la tecnologia e i beni e servizi di consumo. Per cogliere appieno questi spunti, occorre, come sempre, mantenere un atteggiamento distaccato e razionale.

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