Qualche segnale di ripresa c’è, ma andiamo cauti

Il rimbalzo estremamente rapido che si è registrato sui mercati in queste ultime settimane (Amazon, ad esempio, è tornata sui massimi) non va confuso con il termine della volatilità finanziaria.

È vero, i mercati hanno reagito molto bene agli stimoli monetari delle banche centrali ma il percorso è molto più complesso in quanto una politica monetaria più espansiva, l’unica perseguibile dalle banche centrali, non può risolvere lo “shock dell’offerta” che si è innescata a seguito della diffusione del virus (chiusura delle attività commerciali, sospensione dei voli ecc.) può infatti contribuire solo ad attutire lo shock della domanda, in modo da stimolare i consumi. Bisognerà adattarsi ad una nuova realtà, cercando riparare i danni della prima parte della crisi e cogliere le nuove opportunità di sviluppo legate alla ripartenza.

In definitiva, la benzina fornita dalle Banche Centrali è stata certo fondamentale ma non sufficiente per risolvere il problema di un’economia reale che sta ancora viaggiando in ordine sparso, tra chi sta interpretando la nuova realtà con ingegno e creatività e chi aspetta un ritorno in tempi brevi alla realtà che avevamo a gennaio, e che certo non arriverà.

In questo contesto, raccomando una maggiore prudenza rispetto a mese fa, pur mantenendo la strategia dell’accumulo sui mercati azionari legati ai settori che usciranno più forti dalla crisi (intelligenza artificiale, pharma, energie rinnovabili ecc).

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