Questione educazione finanziaria, ora più impellente che mai

Negli ultimi anni, i mercati finanziari sono diventati più complessi e sofisticati, e si sono ampliati sia i canali di impiego del proprio risparmio, sia i canali attraverso i quali è possibile reperire denaro a debito.

Tale complessità ha generato una esponenziale crescita del rischio di effettuare investimenti inappropriati nonché il rischio di vincolarsi in indebitamenti eccessivi. Aumentando il rischio, risulta dunque imprescindibile avere una cultura economica e finanziaria adeguata, sì da non commettere errori ed imprudenze.

L’educazione finanziaria, secondo l’OCSE, è “quel processo mediante il quale i consumatori/investitori migliorano le proprie cognizioni riguardo a prodotti, concetti e rischi in campo finanziario e, grazie a informazioni, istruzione e/o consigli imparziali, sviluppano le abilità e la fiducia nei propri mezzi necessarie ad acquisire maggiore consapevolezza delle opportunità e dei rischi finanziari, a fare scelte informate, a sapere dove rivolgersi per assistenza e a prendere altre iniziative efficaci per migliorare il loro benessere finanziario”.

Il nuovo scenario economico-finanziario mondiale ha invero posto con maggior evidenza il problema dell’educazione finanziaria, molto difficile da acquisire da parte della maggioranza degli investitori. Diversi studi hanno evidenziato come l’Italia si trovi dietro a molti Paesi Sviluppati per quando riguarda l’argomento: è 63° nella classifica mondiale dell’educazione finanziaria (Standard & Poor’s) e solo un risparmiatore su due conosce la consulenza in materia di investimenti (Consob). Soprattutto in queste fasi di mercato “altalenanti”, i risparmiatori che potrebbero non avere tempo, nervi saldi o il giusto allenamento, andrebbero aiutati ad effettuare scelte di investimento corrette.

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