Aumenta la speranza di vita, ma la scarsa cultura finanziaria ci porta a non pensare alle conseguenze (reali). L’Italia, infatti, presenta la più alta patrimonialità d’Europa: una ricchezza accumulata con il lavoro, le capacità, il risparmio. Ma perché questo elevato patrimonio viene trascurato?
È notizia di questi giorni che, nell’ultimo anno, l’Italia ha toccato il minimo storico di nascite: circa 390.000 a fronte del record storico del 1964, quando erano state più di 1.000.000.
Oggi, infatti, la popolazione italiana è costituita per il 23% circa da persone da 0 a 25 anni, per circa il 54% da persone dai 26 ai 64 anni e per quasi il 23 % da individui con più di 65 anni.
Tuttavia, proprio quest’ultima fascia, grazie all’aumento della speranza di vita, è destinata ad allargarsi inevitabilmente, mettendo in evidenza le importanti implicazioni patrimoniali che ne derivano.
Analizzando più dettagliatamente la fascia di ultrasessantacinquenni, bisogna considerare che si tratta di persone che si trovano a vivere in maniera abbastanza diversa rispetto a quando lavoravano: vivono di pensione e di risparmi e hanno nuove esigenze, ma anche nuove criticità: la principale è la longevità e il conseguente rischio di non autosufficienza.
Nonostante i numerosi problemi che caratterizzano l’Italia oggi, soprattutto a livello governativo, un dato molto interessante che tengo a sottolineare è l’elevata patrimonialità delle famiglie italiane, la più alta d’Europa: ricchezza che è stata accumulata con il lavoro, con le capacità dei professionisti e la grande capacità di risparmio degli Italiani. Gran parte di questa ricchezza è posseduta da persone ormai in pensione o che stanno per andarci e l’ampliamento di questa fascia implica che siamo di fronte al più grande passaggio generazionale di patrimonio della storia italiana.
A fronte di un elevato patrimonio, va purtroppo segnalata la scarsa cultura finanziaria del popolo italiano: le famiglie italiane spesso trascurano la protezione e la pianificazione del patrimonio e questo è dimostrato anche dalla bassa percentuale (sotto al 10%) di testamenti che viene fatta in Italia rispetto agli altri Paesi europei.
La trasmissione del patrimonio accumulato, se non decidiamo noi con un testamento, verrà fatta in base al Codice Civile. Inoltre, oggi, ci sono delle realtà familiari molto diverse rispetto a qualche decennio fa e questo è un altro aspetto da considerare per una corretta pianificazione: le famiglie a cui andrà il patrimonio sono completamente diverse da quelle che lo hanno costruito e questo porta a dover considerare combinazioni nuove e a delle adeguate soluzioni.
Proprio perché ciascuno di noi è caratterizzato da una vita patrimoniale diversa rispetto ad un altro, è fondamentale affidarsi a un consulente patrimoniale che, grazie alla sua visione ad ampio raggio, darà supporto alle persone e alle famiglie nelle loro scelte, suggerendo delle soluzioni appropriate.