Come si elabora una buona pianificazione patrimoniale? Le soluzioni che si possono adottare sono diverse, a seconda del caso specifico. Ve ne presento tre e i possibili scenari a cui si andrebbe incontro con (e senza) una corretta pianificazione.
Caso uno: coppia sposata con figli
Qualora venisse a mancare uno dei due coniugi e successivamente il coniuge superstite si risposasse, gli scenari possibili sarebbero due:
– in mancanza di una pianificazione patrimoniale della famiglia, il figlio potrebbe ricevere solo una parte del patrimonio dei genitori, perché l’altra parte andrebbe per legge al nuovo marito ed eventualmente ai suoi eredi (persone che magari conosciamo poco);
– nel caso di una corretta pianificazione, il figlio riceverà sicuramente tutto il patrimonio familiare.
Per evitare liti familiari, si potrebbe decidere di sottoscrivere una polizza temporanea caso morte o degli strumenti assicurativi a premio unico: entrambi permettono di designare liberamente i beneficiari ed escono dall’asse ereditario.
Caso due: giovane coppia sposata senza figli
Il secondo caso è rappresentato da una giovane coppia sposata, senza figli, che ha deciso di comprare una casa di proprietà.
Se venisse a mancare uno dei due coniugi, in assenza di testamento, si aprirebbe una successione legittima: di conseguenza, il patrimonio verrebbe diviso tra il coniuge superstite (parte preponderante) e i familiari di quest’ultimo (ascendenti, fratelli/sorelle, nipoti)
Il consiglio per entrambi i coniugi è quello di scrivere un testamento, indicando come erede l’altro coniuge ed escludendo contemporaneamente alcuni degli eredi legittimi. Questi ultimi, tuttavia, potrebbero rivendicare la parte di patrimonio loro spettante e va quindi tutelato il coniuge superstite: questo è possibile abbinando al testamento un prodotto assicurativo, nello specifico, una polizza temporanea caso morte, in modo tale da fornire alla moglie la liquidità necessaria a soddisfare eventuali pretese degli eredi legittimi.
Caso tre: coppia di conviventi
Abbiamo visto che dal 2016, con la legge “Cirinnà”, anche i conviventi hanno una disciplina ad hoc che, però, li tutela solo in parte.
Se da una parte è vero che le coppie conviventi possono registrarsi presso il Comune di residenza dando ufficialità al proprio rapporto, questo non elimina le altre criticità che vanno considerate per una serenità familiare maggiore:
In caso di mancanza di un assegno di reversibilità, il consiglio è di aprire un fondo pensione.
Se il convivente non ha nessun diritto successorio, anche in questo caso le possibili soluzioni rimangono la polizza temporanea caso morte o gli strumenti assicurativi a premio unico, che non sono compresi nell’asse ereditario e permettono di scegliere i beneficiari desiderati.