La previdenza e la protezione

Previdenza e protezione? Due facce della stessa medaglia, ma con esigenze diverse.

Purtroppo, la probabilità di incorrere in un evento che riduca sensibilmente o addirittura annulli la propria capacità di produrre reddito è molto più alta di quella di vincere alla lotteria. Eppure, paradossalmente, è molto più alta la spesa media per i giochi a premi rispetto alla spesa per delle assicurazioni che ci tutelino dai rischi.
Per misurare un rischio, si deve considerare la probabilità che si verifichi e il danno economico che può derivarne.
Un rischio con grande impatto economico andrebbe trasferito per esempio ad un’assicurazione.
Prevenzione e protezione sono due modalità di gestione del rischio: la prima fa sì che diminuiscano le probabilità, la seconda attenua i danni.
I rischi si caratterizzano per essere incerti, futuri ed economicamente dannosi. La pensione, come la morte, è un evento futuro, certo e che potrebbe causare un danno economico non sopportabile da un singolo individuo. L’incertezza di questi due rischi sta nel non sapere quando avverrà.
In genere, quando si parla di pensione, si pensa alla pensione del futuro, ovvero quella di vecchiaia e quella anticipata, senza considerare le prestazioni pensionistiche che potrebbero maturare nell’immediato.
Il sistema previdenziale obbligatorio italiano è a ripartizione, cioè i contributi versati oggi dai lavoratori attivi vengono usati per pagare le pensioni di oggi. L’altro sistema possibile di un regime previdenziale è quello a capitalizzazione, nel quale i contributi versati oggi dai lavoratori sono gestiti per essere poi utilizzati per pagare la pensione dello stesso lavoratore nel momento in cui diviene pensionato. Questo secondo sistema è quello su cui si basa anche la previdenza complementare.
Il sistema previdenziale obbligatorio è ancora formato da vari enti gestori: l’INPS e le diverse casse previdenziali deputate all’assistenza e alla previdenza dei liberi professionisti, coloro che sono iscritti ad un ordine professionale.
Per quanto riguarda il sistema previdenziale dei liberi professionisti, vanno considerati due importanti decreti legislativi:
• Il decreto 509 del 30/06/1994 che ha privatizzato le Casse già esistenti
• Il decreto 103 del 10/02/1996 che ha istituito delle nuove Casse.
Le principali differenze tra la gestione dell’INPS e quella delle Casse professionali sono le seguenti:
• Ogni cassa, essendo autonoma, disciplina in modo diverso i requisiti per maturare le prestazioni
• Il regime di calcolo dell’INPS è il medesimo per tutti gli iscritti; invece, per le Casse professionali, in genere, il sistema di calcolo è misto o contributivo puro (solo avvocati, veterinari e geometri hanno mantenuto un regime contributivo.
Un punto in comune tra INPS e Casse professionali è che le prestazioni sono le medesime, anche se qualche cassa professionale (giornalisti, medici, farmacisti e notai) non prevede la pensione di Invalidità.
Le prestazioni pensionistiche possono essere suddivise in due grandi categorie a seconda dell’orizzonte temporale di accadimento:
• Pensioni di oggi: pensione di invalidità, pensione di inabilità, pensione superstiti diretta. Per questa categoria di pensioni, l’evento è incerto sia nel nell’accadimento che nel quando.
• Pensioni del domani: pensione di vecchiaia, pensione anticipata, pensione superstiti reversibile. Per questa seconda categoria, l’evento è incerto nell’accadimento ma certo nel quando perché queste pensioni sono tutte regolate da una normativa che stabilisce quando si possono maturare.
In conclusione, per il rischio pensione di oggi, si parla di protezione, mentre per il rischio pensione futuro, si parla di previdenza. La protezione risponde al bisogno di sopravvivenza; invece, la previdenza serve a mantenere il tenore di vita.
È importante intervenire su entrambi i fronti al fine di essere preparati ad ogni rischio: ad aiutarti c’è la professionalità e l’esperienza di un consulente finanziario assicurativo. Contattami per un appuntamento conoscitivo, anche da remoto.

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