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Aumenta la speranza di vita, ma con essa anche il numero di persone non autosufficienti: il welfare pubblico fatica a coprire adeguatamente tali bisogni. Prepararsi al futuro con lungimiranza diventa essenziale: ecco perché considerare una copertura assicurativa.

Tra i cambiamenti demografici in atto, l’invecchiamento della popolazione rappresenta certamente una questione primaria in molti Paesi, tra cui l’Italia. Questo aspetto ha riflesso anche sul tema della non autosufficienza. Benché si possano riscontrare situazioni di questo genere ad ogni età, c’è un evidente nesso di causalità tra l’aumento di popolazione anziana e di persone con mobilità e indipendenza ridotte.

È comunque doveroso fare una premessa riguardante la distinzione circa i concetti di cronicità e non autosufficienza: una malattia cronica ha un impatto negativo sui livelli di autonomia nelle attività essenziali e sulla qualità della vita, ma non è tale da minare necessariamente l’autosufficienza della persona, che invece si manifesta in presenza di “gravi difficoltà nelle attività funzionali di base” o “gravi limitazioni motorie, sensoriali e cognitive” tali da compromettere in modo significativo le capacità individuali.

Come descritto nel rapporto Bocconi, in Italia, la situazione è oggi la seguente: tra gli ultrasessantacinquenni più di uno su due (per un totale di circa 7 milioni di persone), dichiara di avere almeno 3 patologie croniche; un altro dato significativo è che la presenza di cronicità è più diffusa tra i soggetti appartenenti alle fasce di reddito più basse, con progressiva diminuzione dell’incidenza al crescere della disponibilità economica.

Passando al tema della non autosufficienza in senso stretto, è necessario verificare il livello di autonomia in merito alle:
Activities of Daily Living, attività di vita quotidiana: mangiare in autonomia, sdraiarsi e alzarsi dal letto o alzarsi da una sedia in autonomia, vestirsi e spogliarsi da soli, usare servizi igienici e lavarsi da soli;
Instrumental Activities of Daily Living, attività domestiche di vita quotidiana: preparare i pasti, usare il telefono, fare la spesa, prendere medicine, svolgere lavori domestici leggeri, gestire attività amministrative o risorse economiche.

Se consideriamo l’accezione allargata del concetto di non autosufficienza, gli over 65 con almeno una grave limitazione sono il 28,5% del totale, pari a quasi 3,9 milioni di persone: un numero in sensibile aumento rispetto al passato (nell’ultima rilevazione datata 2016, il rapporto SDA Bocconi parlava di 2,9 milioni di persone, circa un milione in meno) e destinato ad allargarsi ulteriormente.

Da una situazione di non autosufficienza derivano inevitabilmente maggiori consumi non discrezionali, legati ad uno stato di salute che diventa più precario: il problema è che il welfare pubblico denota una capacità di assorbimento assistenziale insufficiente e copre una percentuale residuale del fabbisogno totale.

Se da un lato l’aumento della speranza di vita è positivo, dall’altro, per un motivo o per l’altro, vivere a lungo costa sempre di più e, può essere un rischio nei confronti del quale è importante prepararsi bene, con programmazione, lungimiranza e lucidità: in questo senso, è opportuno valutare una copertura assicurativa che possa intervenire con una rendita mensile in caso di non autosufficienza.

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