Reazioni ed azioni dopo il boom dei rendimenti decennali USA

Quella appena trascorsa è stata una settimana ricca di spunti sui mercati internazionali, soprattutto con riferimento allo storno nel mercato americano, poi parzialmente rientrato. Ma cosa è successo?

Per la maggioranza degli analisti quanto accaduto non è stato altro che un effetto dell’elevarsi dei rendimenti del decennale americano (“Treasury”, titoli di Stato a medio-lungo termine emessi dal Tesoro statunitense) oltre la soglia psicologica del 3%, arrivando al 3,15%. Questa svolta sta cambiando il delicato equilibrio su cui poggiavano bond e azioni fino a poco tempo fa: i gestori iniziano a guardare con curiosità i tassi americani, tanto che si paventa la possibilità che una parte del mercato possa preferirli alle azioni. Si teme in sostanza una grossa rotazione di portafoglio dal mercato azionario ai titoli di Stato, rotazione invero parzialmente rientrata nella giornata di venerdì. Sostanzialmente gli investitori hanno preferito investire sul decennale americano ed accontentarsi (i titoli governativi sono una classe di investimenti a rischio zero ma che per molto tempo hanno offerto rendimenti bassissimi) piuttosto che rimanere esposti maggiormente sul mercato azionario con i relativi rischi.

Sembra finita la corsa del mercato americano? A mio avviso dipenderà molto dall’andamento degli indicatori degli utili, e non dimentichiamo che in un periodo dove la guerra commerciale sui dazi si sta acuendo, e le elezioni di medio termine sono ormai prossime, la volatilità potrebbe aumentare. Non è comunque il caso di uscire dal mercato azionario: ricordiamoci che la diversificazione è fondamentale, e forse in questa fase sarebbe meglio dar fiducia a mercati che hanno maggiori margini di crescita di medio lungo termine, con particolare attenzione ai paesi emergenti.

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