Un nuovo approccio al mercato obbligazionario

L’approccio che usualmente viene adottato nei confronti del mercato obbligazionario si qualifica come quantitativo, sono le stesse società di gestione a sviluppare modelli quantitativi con l’obiettivo di fornire un “cruscotto” per guidare le scelte d’investimento. Tali modelli consentono di trattare in modo efficiente grandi quantità di informazioni, selezionando solo i fattori statisticamente rilevanti per il movimento dei mercati e rendendo il processo di investimento più disciplinato.

Il problema che si pone in un approccio di questo tipo, e in un contesto di mercato come quello attuale ove i rendimenti appaiono estremamente negativi per molti titoli di alta qualità, risiede nella conclusione che si rende inevitabile, ovvero che sia meglio aspettare ad investire, in attesa di tempi più proficui.

Deve però darsi conto di come possa assumersi anche un diverso atteggiamento nei confronti del mercato obbligazionario, che a determinate condizioni consente di scorgere nuove opportunità, tenendo al contempo sotto controllo il rischio. Si tratta dell’approccio qualitativo caratterizzato da due elementi essenziali, il primo dei quali consiste nella massima flessibilità, che presuppone un patrimonio sufficientemente ampio per poter realizzare economie di scala. Secondo fattore essenziale è dato dalla bassa correlazione con i principali indici obbligazionari del mercato; la correlazione nel settore finanziario è un indicatore statistico che misura le relazioni tra gli andamenti di due mercati o indici.

Il coefficiente di correlazione va da 1 a -1, dove 1 implica un andamento perfettamente coincidente, 0 una correlazione nulla, e -1 un andamento esattamente opposto. Un portafoglio equilibrato è composto da attività sufficientemente decorrelate fra di loro, ovvero con coefficiente più vicino possibile a zero.

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