Mercato americano: cosa va e cosa non va

I mercati vivono di aspettative, e proprio i dati di questa settimana ne sono una dimostrazione lampante.

Il livello della disoccupazione americana (14,7%), che di per sé è un dato fortemente negativo, è stato invece letto dai mercati in maniera positiva, ciò in quanto le aspettative sul fronte occupazionale si prospettavano ben più negative (intorno al 16%). Il dato raccolto può pertanto essere letto, in un certo senso, in chiave positiva, anche in ragione del fatto che molti nuovi disoccupati sono considerati come provvisori (disoccupati temporanei). A tutto ciò, si aggiunga poi il ribalzo del prezzo del petrolio, che ha permesso al mercato americano di continuare il suo rally.

Al di là delle aspettative, occorre comunque considerare che un ruolo decisivo sull’andamento del mercato americano è dato dal settore della tecnologia, e proprio quest’ultimo è uno dei pochi settori ad aver preso maggior vigore nelle ultime settimane. Il mondo post coronavirus tenderà a rafforzare una serie di trend già esistenti; le società tecnologiche, dell’home entertainment, dei social media e dei pagamenti elettronici continueranno infatti a beneficiare sempre di più del crescente numero di persone che lavora in modalità smart working.

A mio modo di vedere, non credo che possano registrarsi ulteriori rimbalzi nel breve periodo, ed anzi, ritengo possibile l’avvio di una fase di nuova volatilità, in parte legata anche all’andamento delle varie riaperture, per poi andare ad ipotizzare un ulteriore rimbalzo nell’ultima fase dell’anno.
È fondamentale, di questi tempi, la capacità del gestore di cogliere le migliori opportunità senza incorrere in rischi inutili.

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