Bilancio di fine giugno, a distanza di un mese dalla ripresa della mobilità

A inizio mese l’Istat stimava una marcata contrazione del Pil nel 2020, con una caduta dell’8,3%, rimarcando, in particolare, come il dilagare dell’epidemia di Covid-19 e i conseguenti provvedimenti di contenimento decisi dal Governo abbiano determinato un impatto profondo, la cui quantificazione è tuttavia caratterizzata da un’ampia incertezza. Ancora più pessimista si era mostrata la Commissione europea, che ha ipotizzato un calo del Pil del 9,5% nel 2020.

Anche l’inizio di questa settimana ha effettivamente generato qualche scompiglio; i timori di una seconda ondata epidemica hanno infatti indotto gli investitori alla cautela. L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha registrato oltre 180.000 nuovi casi di Covid-19 rispetto al weekend precedente.

D’altra parte, il graduale allentamento del lockdown in diversi Paesi sta contribuendo ad una lenta ripresa della vita sociale e dell’attività economica. Le statistiche sulle esportazioni dall’Asia sono positive e i PMI dell’area euro evidenziano un generalizzato incremento per questo mese, soprattutto nel settore dei servizi. Gli aumenti più significativi si sono registrati in Francia (+9,4), Paesi Bassi (+8,3), Spagna e anche Italia (entrambe +8,2), in netto miglioramento anche l’indicatore delle aspettative sull’occupazione.

I dati in uscita nei prossimi giorni faranno probabilmente maggior chiarezza sul futuro dell’economia globale; diversi Stati renderanno infatti pubblici i PMI (Purchasing Managers Index, l’Indice composito dell’attività manifatturiera di un Paese), a partire dagli USA e dalla Cina, i due principali centri di interesse in quest’ultimo periodo.

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