Fiscalità successoria: lo stato dell’arte in Italia

Ogni volta che si apre una successione ereditaria, la legge prevede che venga pagata un’imposta: l’imposta di successione e di donazione. Ecco cosa c’è da sapere sul sistema fiscale italiano.

Nel momento in cui viene a mancare una persona, sia gli eredi (coloro che hanno già accettato l’eredità) sia i soggetti chiamati all’eredità (coloro che potenzialmente potrebbero diventare eredi in quanto non hanno ancora rinunciato all’ereditò), sono tenuti ad espletare degli adempimenti fiscali.

Nello specifico, essi devono presentare all’Agenzia delle Entrate, entro dodici mesi dall’apertura della successione, la dichiarazione di successione. Al contrario, sono esonerati i soggetti che rinunciano all’eredità entro sei mesi dall’apertura della successione.

La dichiarazione di successione è un documento molto complesso e articolato:
● descrive nel dettaglio il patrimonio (immobiliare e mobiliare) della persona deceduta (anche la presenza di eventuali debiti)
● contiene a sua volta altri documenti come il certificato di morte, il testamento (se presente), …
● contiene le generalità dei successori.
Entro tre anni dalla ricezione della dichiarazione di successione, l’Agenzia delle Entrate determinerà l’imposta di successione: una parte va pagata subito (entro sessanta giorni dalla notifica dell’avviso di liquidazione dell’imposta), invece per la parte restante può essere chiesta una rateizzazione.

Non è necessario presentare la dichiarazione di successione qualora si verifichino contemporaneamente le seguenti situazioni:
● l’eredità viene devoluta al coniuge o ai parenti in linea retta
● l’attivo ereditario non supera complessivamente 100.000 €
● l’attivo ereditario non comprende beni immobili o non sono compresi diritti reali sui beni immobili.

L’articolo uno del testo unico dell’imposta di successione e donazione prevede che si applichi l’imposta su tutti i trasferimenti di beni e diritti per causa della morte, per donazione o a titolo gratuito e sulla costituzione di vincoli di destinazione.

Per legge, determinati beni non sono considerati nell’attivo ereditario e quindi sono esenti dall’imposta di successione e donazione:
● beni che il De Cuius ha deciso di destinare, tramite testamento, ad enti statali e pubblici, alle associazioni e alle fondazioni riconosciute
● tutti i titoli del debito pubblico italiano o che sono fiscalmente equiparati
● i veicoli iscritti nel pubblico registro automobilistico.

Sul valore netto di un patrimonio (valore attivo meno passività), la legge attuale italiana prevede quanto segue:
● coniuge e parenti in linea retta sono assoggettati ad una franchigia di 1.000.000 € e ad un’aliquota del 4% (ciò significa che, nel caso il patrimonio superi 1.000.000 €, verrà applicata la franchigia del 4%);
● fratelli e sorelle hanno una franchigia di esenzione di 100.000 € ciascuno e il 6% di aliquota;
● gli altri parenti fino al quarto grado, gli affini in linea retta e glia affini in linea collaterale fino al terzo grado sono soggetti ad un’aliquota del 6% senza alcuna franchigia;
● per coloro che non rientrano in nessuna delle categorie precedenti non c’è alcuna franchigia ed è prevista un’aliquota dell’8%: è importante sapere che in questa categoria rientrano anche i conviventi, in quanto non hanno nessun rapporto di parentela o di affinità
● infine, coloro che sono affetti da grave disabilità riconosciuta dalla legge 104/1992, sono soggetti ad aliquota del 4% – 6% – 8% a seconda del grado di parentela e hanno una franchigia di 1.500.000 €.

Per trasferimenti immobiliari per mortis causa o in caso di donazioni in vita, sono inoltre previste le imposte ipocatastali che sono pari al 3% sul valore catastale a meno che il ricevente non goda del beneficio prima casa nel qual caso l’imposta ipocatastale sarà fissa a 400 €.

Quando l’Agenzia delle Entrate calcola l’imposta di successione, qualora venga superata la franchigia, alla base imponibile aggiunge sempre un 10% per via della presunzione che, dell’attivo ereditario, facciano parte denaro, gioielli e mobilia non dichiarati o dichiarati parzialmente. Questa presunzione può essere superata con la creazione di un inventario analitico dei beni.

In conclusione, ad oggi, noi godiamo di un sistema fiscale successorio molto favorevole e molto diverso da quello presente in altri Paesi europei. Quindi, è probabile che in futuro ci sia un inasprimento della fiscalità successoria in Italia.

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