Quanto costa non assicurarsi?

L’Italia è indietro nella tutela dei beni e della salute. Il gap di copertura con il resto d’Europa è evidente. Ma quanto costa davvero NON assicurarsi? Scopri il prezzo nascosto della mancata protezione.

Ad inizio luglio, sono usciti i nuovi dati relativi al comportamento degli italiani in ambito assicurativo e, purtroppo, c’è una sconfortante evidenza: il nostro Paese è molto indietro quanto a protezione dei beni, della salute e del patrimonio in generale.

Il gap di copertura tra Italia e resto d’Europa è fuori discussione: l’Italia investe nella protezione poco più di un terzo rispetto a quanto sono abituati a fare altri cittadini europei.

Questa situazione potrebbe derivare dalla diffidenza con cui si guarda agli strumenti assicurativi, ma anche dal timore di non essere adeguatamente indennizzati in caso di sinistro, o ancora dalla poca cultura della protezione.

A tutti questi aspetti, c’è però un freno ulteriore: la convinzione che la protezione abbia un costo elevato.
Certo, potrebbe essere che una famiglia non sia nella condizione di tutelarsi nei confronti di tutti i più importanti rischi ai quali è esposta, perché l’investimento economico che ne deriverebbe non sarebbe sostenibile.

Il punto, comunque, è che la domanda “quanto costa assicurarsi?” è sbagliata; è, invece, più corretto chiedersi “quanto costa NON assicurarsi?” Qual è il costo che sostiene chi decide di non proteggersi?”

Mentre il costo da sostenere per attivare una copertura assicurativa è facilmente calcolabile, il prezzo da sostenere in caso di sua assenza è molto più difficile da quantificare, ma possiamo essere certi che si tratta di un costo alto, talvolta altissimo.

Il primo pensiero utile per capire quale sia il prezzo di una mancata protezione è molto intuitivo: è sufficiente pensare a tutto quello che si è costruito, al proprio patrimonio.
Da un lato va considerato il patrimonio tangibile. Denaro, titoli, partecipazioni, immobili, terreni, preziosi, tutto ciò che può essere quantificato con una certa precisione; dall’altro lato, bisogna considerare anche il patrimonio intangibile, quello che non si vede e che la cui valorizzazione non è determinata da un preciso mercato di riferimento ma dal capitala umano, ovvero dalla ricchezza che con le nostre competenze possiamo generare quotidianamente.

Inoltre, va considerato un ulteriore aspetto: il senso di responsabilità verso le persone a noi care dovrebbe farci capire quanto sia importante affidarsi ad una copertura assicurativa per evitare che uno sfortunato evento stravolga pesantemente la vita di chi più amiamo.

Coloro che decidono deliberatamente di non rivolgersi ad una copertura assicurativa, pensano di essere assicurati da sé perché hanno destinato una parte della loro ricchezza alla liquidità, mantenendo pertanto sempre disponibile una somma di denaro a scopo precauzionale.
Tuttavia, l’autoassicurazione può rivelarsi inefficace ed inadeguata in quanto quella quota di patrimonio tenuta da parte può rivelarsi insufficiente per far fronte all’imprevisto: infatti, gli eventi rari e davvero dannosi hanno conseguenze finanziarie di lungo termine che difficilmente possono essere risolte dal denaro mantenuto liquido.

Il problema dello scarso valore attribuito alla pianificazione assicurativa è che, quando le persone sottoscrivono un contratto, vedono solo il costo ad essa associato.
Il reale beneficio di chi si protegge non sta solo in quell’indispensabile somma di denaro che viene messa a disposizione a sinistro avvenuto, ma è capire quanto il costo dell’assicurazione sia infinitamente modesto se paragonato al costo della non assicurazione.
Ritengo quindi opportuno scegliere di affidarsi ad un consulente che possa guidarci nel comprendere quei rischi dai quali è importante tutelarsi.

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