La rapida crescita dell’economia cinese sta andando incontro ad uno stallo?

È ormai noto come dalla fine del secolo scorso la Cina sia diventata una nuova potenza economica e politica a livello globale grazie alla crescita eccezionale, che ha spinto la sua economia ai primi posti nel mondo, rivendicando un maggior peso politico internazionale. Il paese si è infatti trasformato da nazione chiusa nella seconda maggiore economia mondiale, superata solo dagli Stati Uniti.

Ma dopo anni di crescita esuberante, la Cina si trova ora dinanzi a una potente combinazione di sfide interne ed esterne che minacciano di affievolirne la dinamica. Pensiamo allo stallo commerciale tra Stati Uniti e Cina: l’evidente avanzo commerciale cinese ha determinato un atteggiamento di diffidenza da parte del Governo americano. Altrettanto dicasi per le politiche di trasferimenti tecnologici e proprietà intellettuale, considerate nel contesto dell’ambizione del paese a diventare una potenza manifatturiera di fascia alta: “Made in China 2025” è il programma che esprime tale ambizione, delineando gli obiettivi del paese a diventare un protagonista dominante in settori strategici come la robotica e l’aviazione.

Ebbene, l’andamento altalenante delle trattative commerciali ha turbato i mercati ed entrambi i paesi hanno aumentato i dazi sui rispettivi beni; gli Stati Uniti in particolare hanno limitato le vendite di componenti avanzati e altri tipi di tecnologie a specifiche società cinesi. Certo, il contenzioso commerciale deve ancora erodere la posizione dominante della Cina nelle catene di fornitura globali, ma un’incertezza prolungata potrebbe indurre le società a rivalutare gli investimenti e la produzione nel paese. Ma anche la situazione monetaria non si palesa del tutto soddisfacente: il surplus delle partite correnti cinesi, fonte di supporto per lo yuan, si è ridotto negli anni, tanto che alla fine dello scorso anno lo yuan ha toccato il minimo decennale rispetto al dollaro. Una moneta fragile potrebbe infatti a sua volta scatenare una fuga di capitali, danneggiando la fiducia dei mercati in generale.

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